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Verso un uso consapevole delle tecnologie digitali

Tutte queste esperienze varie e ricche consentono il modificarsi della rappresentazione che i bambini hanno della tecnologia e del suo utilizzo. Il fine è naturalmente quello di far percepire la tecnologia digitale per quello che è: uno strumento tra i tanti che è utile conoscere per poter vivere una vita appagante.

Un aspetto importante è che un effetto collaterale positivo dell’utilizzo di questi strumenti è l’inversione di ruolo rispetto a quello tipico dei contesti familiari in cui il bambino cresce. Oggi capita spesso che lo strumento digitale, ed in particolare lo smartphone e il tablet, vengano utilizzati per distrarre i bambini che quindi sono spesso soggetti fruitori quasi completamente passivi.

L’utilizzo delle tecnologie digitali a partire dalla scuola dell’infanzia può invece proprio invertire questo ruolo e riportare il bambino ad un ruolo attivo, creativo e di espressione di sé.

Le tecnologie possono essere considerate come quegli strumenti che hanno dato un’occasione in più per creare un ambiente di apprendimento più efficace.

Esse hanno permesso un diverso coinvolgimento dei sensi, con cui i bambini spaziano tra immagini, colori, suoni, contestualizzando tra il mondo reale e quello fantastico. Le tecnologie hanno dato ai bambini l’opportunità di arricchire il piacere di far parte di una narrazione, di un esperimento scientifico, di un’attività in empatia con i compagni, scomponendole e ricreandole, vivendo e gestendo le proprie emozioni, sia positive che negative e partecipando a quelle altrui, progettando contesti fantastici atti ad evidenziare le varie tipologie di emozioni.

A questo riguardo citiamo la teoria delle intelligenze multiple di H. Gardner, che parla di otto tipologie: intelligenza linguistica, logico-matematica, musicale, corporeo-cinestetica, intrapersonale, interpersonale, visivo-spaziale, naturalistica. Sono ambiti in cui gli individui si muovono più agilmente, dimostrano un talento particolare e maggiori capacità di apprendere. Si può affiancare a questa un’altra teoria, quella di R. J. Sternberg, nella quale la persona intelligente è quella che attivamente si muove per adattarsi all’ambiente e alle circostanze.  Secondo questa teoria non si nasce intelligenti, e la scuola ha le sue responsabilità per far progredire un’intelligenza multisfaccettata e non solo nozionistica. Lo psicologo statunitense riconosce quindi tre componenti: l’abilità di elaborare le informazioni che guidano il comportamento intelligente (intelligenza componenziale), accanto alla quale esistono anche un’intelligenza esperienziale e una contestuale, grazie alle quali ci si confronta con situazioni sconosciute, con sfide realistiche o addirittura sistemi concettuali nuovi.

La struttura del nuovo modello si basa, quindi, sul riconoscimento delle potenzialità dei bambini, diversificando l’azione formativa e garantendo ad ognuno opportunità di successo. 

Esso si prende cura e pone attenzione e valorizza ogni singolo studente, guardandolo attraverso lenti multiprospettiche, accompagnandolo nel suo processo di apprendimento, sollecitando tutte le sue diversità ed intelligenze.

Si può parlare di una nuova INTELLIGENZA DIGITALE, che interseca intelligenze differenti, genera nuovi modi di pensare, di vedere e costruire il mondo e che si integra con lo sviluppo delle 5 menti  del futuro di  Gardner, di cui le intelligenze multiple sono supporto e nutrimento.

 

Il digitale consapevole: Progettualità

Ciò che caratterizza, sempre, l’approccio educativo è una progettualità intenzionale, mirata al singolo e al gruppo, condivisa, verificabile, comunicabile, trasversale per la possibilità di coinvolgere più campi di esperienza. 

Il cambiamento è dato allora dagli obiettivi: 

  • capire i media, cosa sono, come possono essere utilizzati, quali potenzialità/opportunità hanno/offrono ma anche come possono modificare, codificare i messaggi producendo significato e in funzione di chi e come rappresentano la realtà
  • comprendere / saper utilizzare i nuovi linguaggi: consapevolezza
  •  saper valutare criticamente e rielaborare i messaggi: capacità critica
  • saper utilizzare i media in modo produttivo per organizzare, codificare ma anche esprimere in modo creativo i dati dell’esperienza: creatività

La progettualità consiste allora nel prevedere ogni singola attività che prende in considerazione l’utilizzo del digitale, inserita in un progetto che raggiunga degli scopi ben precisi e che risponda a dei bisogni reali espressi o inespressi dai bambini e che sia da supporto alle attività stesse, in un’ottica di arricchimento e maggiore coinvolgimento. 

Uso attivo: il bambino protagonista

Il modello propone un uso attivo del digitale in cui i bambini potranno avere la consapevolezza sull’utilizzo della tecnologia non solo per fini ludici, ricreativi, in modo passivo. Essi si saranno divertiti ugualmente con il digitale, ma da protagonisti e da soggetti attivi. L’utilizzo dei dispositivi digitali ha permesso un coinvolgimento innovativo dei sensi, con cui i bambini spaziano tra immagini, colori, suoni, contestualizzando tra il mondo reale e quello fantastico. Le tecnologie hanno arricchito il piacere di far parte di una esperienza di apprendimento, scomponendola e ricreandola vivendo e gestendo le proprie emozioni, sia positive che negative e partecipando a quelle altrui, progettano contesti fantastici atti ad evidenziare le varie tipologie di emozioni.

La nuova scuola può e deve aiutare a decriptare e decodificare e coniugare l’esperienza vissuta a contatto con le cose (esperienza ludica) con i nuovi mezzi tecnologici. I media tecnologici che si modificano, si specializzano e si trasformano nel tempo, fondano linguaggi sempre nuovi che possiamo essere capaci di governare solamente se a ciò siamo continuamente educati, affinché non si diventi vittime passivamente acritiche ed inconsapevoli di mode e tendenze, tese esclusivamente alla costruzione del consenso e all’induzione ai consumi.

Metodologie attive

Quali metodologie sono adottate in questo nuovo modello?

Circle time, Storytelling e Digital Storytelling, Didattica laboratoriale, Gruppi di lavoro, Peer education, Metodologia dell’Espressione, sono tutte metodologie interattive che mirano alla costruzione delle competenze fondamentali dell’essere autonomi ed autoefficacia,  intesa non solo come  sviluppo di abilità personali e attuazione di specifiche azioni, ma soprattutto come capacità di  padronanza di comportamenti o situazioni, individuali e condivise. L’importanza dell’autoefficacia per i bambini della scuola dell’Infanzia è elevata, perché è il periodo in cui avviene il primo approccio con la presa di coscienza del proprio essere, sentendone per la prima volta i limiti e le potenzialità e, attraverso delle fasi di apprendimento ben precise, possono raggiungere questi traguardi di competenza: 

In questo contesto il digitale consapevole è strumento di supporto a qualsiasi tipo di metodologia didattica che promuove lo sviluppo delle potenzialità relative al linguaggio, al pensiero logico, all’espressione del sé, alle relazioni sociali e affettive, al problem solving, all’etica e alla motricità.

 

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