La scuola non è un’agorà isolata dal resto della società, ma in essa vive sia fisicamente in una interconnessione necessaria e continua attraverso progetti, stage, ricerche con il territorio di cui è parte integrante, ma anche attraverso il cloud, grazie al quale la scuola si apre all’interazione e alla conoscenza collettiva, superando i confini spazio-temporali
L’apertura all’immateriale implica una crescita in esperienze multiple ed eterogenee, non più gruppi classi chiusi ma apertura alla cooperazione e alla collaborazione “nelle nuvole”, nasce così il “terzo spazio” come dimensione scolastica accettata e condivisa
La scuola, oltre alle tradizionali classi, viene scomposta, in alcuni periodi dell’anno scolastico, in laboratori/atelier all’interno dei quali svolgere attività per l’acquisizione delle competenze dei ragazzi. Potranno accedere gli studenti di classi diverse, eterogenei per età. Tali laboratori devono essere integrati ed alternati alla normale attività didattica, possono essere in orario scolastico con una cadenza definita dal Collegio Docenti e extrascolastico (in tal caso sono ammessi anche consulenti esterni). Le attività verranno scelte dai docenti delle singole scuole e verranno inclusi all’interno del Piano dell’Offerta Formativa. L’organizzazione e la programmazione verranno concordati con il Centro Studi ImparaDigitale, con gli studenti e le famiglie
I laboratori/atelier saranno dunque organizzati in 2 diverse modalità:
Obbligatori con organizzazione da parte dei docenti durante l’anno in orario scolastico
Volontari in orari extrascolastici durante l’anno scolastico: questo per permettere una libera scelta da parte degli studenti che devono poter decidere quali competenze voler acquisire, quali argomenti approfondire, quali attività svolgere. Questi laboratori verranno supportati economicamente dalla scuola o dalle famiglie o da sponsor esterni
Le classi devono essere scomposte (togliendo banchi e sedie che verranno messi a disposizione ma che non devono ingombrare lo spazio-aula) per creare un ambiente liberante, in cui lo studente può decidere le modalità del proprio lavoro, anche individuale, in cui sentirsi a proprio agio, riproducendo un ambiente familiare, in cui decidere r e con chi aggregarsi senza prevedere gruppi prestabiliti, dando la possibilità di utilizzare tecnologie, libri, arredi in modo spontaneo e secondo le esigenze individuali. Il docente potrà, secondo la propria necessità e autonomia, scegliere come ricostruire l’aula in modo tradizionale nel momento di lezioni frontali o di verifiche.
La progettazione trasversale: rendere un ragazzo cittadino digitale consapevole del proprio percorso di apprendimento implica una nuova modalità di progettare da parte dei docenti, la trasversalità sottolinea le attinenze e gli intrecci tra le varie discipline che non sono dunque fini a se stesse, ma concorrono all’acquisizione di conoscenze e abilità che, unite allo sviluppo delle capacità di relazione e autonomia, portano alla maturazione di competenze adeguate ai nuovi cittadini digitali. In tale contesto i mobile device divengono strumento necessario per la ri-sistematizzazione e rielaborazione delle conoscenze, per permettere una forma di laboratorietà nuova e spontanea, la condivisione, la collaborazione e la co-creazione.
L’insegnante non svolge solo lezioni frontali, ma le integrerà con le metodologie a lui più consone tenendo sempre in considerazione la necessità del protagonismo dello studente. Nuovo ruolo del docente
La valutazione verrà effettuata non solo sulle conoscenze, ma si baserà anche sulle osservazioni dei comportamenti individuali e relazionali di ogni singolo allievo, sull’evoluzione del suo percorso di apprendimento, sugli step delle competenze raggiunte. Sarà effettuata anche una valutazione sui prodotti finiti delle singole UDA e sulla prova esperta che i docenti coinvolti nei singoli progetti dovranno prevedere
L’autovalutazione e il monitoraggio saranno continui e costanti, certificati in vario modo e confluiranno nell’eportfolio dello studente, soprattutto si baserà sulla riflessione auto-valutative e sui progressi fatti, o non fatti, nel proprio percorso
I rapporti con le famiglie saranno continui e costanti, dalle assemblee iniziali, in cui verranno presentati il metodo e il progetto, a riunioni periodiche nonché alla disponibilità da parte dei docenti di incontri anche la mappatura dei curricula, gli step delle attività verranno resi noti sin dall’inizio dell’anno scolastico
L’istituto che adotta il metodo Bardi-ImparaDigitale deve adottare il curriculum mapping e accettare il monitoraggio esterno (svolto dai partner del Centro Studi Impara Digitale), i docenti si impegnano a rendicontare l’evolversi del metodo evidenziando in storyboard le criticità e le positività incontrate, accettano al condivisione delle proprie UDA e dei documenti allegati alle singole fasi delle attività. I lavori finiti (in forma multimediale e digitale) verranno pubblicati anche in biblioteche virtuali comuni.
Tutti i laboratori, atelier, uscite, stage, progetti interni all’ambito scolastico e con istituzioni/aziende/associazioni territoriali diverranno parte integrante dei percorsi formativi
- La visione di un cittadino profondamente radicato in una società interconnessa e globalizzata è alla base della visione del metodo Bardi-ImparaDigitale. Una società nuova, digitale, in cui il giovane deve sapersi muovere con spirito critico e deve potersi costruire una personalità forte, riflessiva, autonoma, creativa, capace di risolvere problemi e di adattarsi alle più svariate situazioni.